Tra madre e figlia sul Glacier Blanc
Micro-avventuraStoria di una gita in famiglia sul Glacier Blanc
Mia madre, in gioventù, accompagnava mio padre nelle gare in montagna, sia di arrampicata che di alpinismo, tra le Dolomiti e Chamonix. Tra mare e montagna, i miei genitori mi hanno trasmesso il gusto dell’avventura, della scoperta e del superamento di se stessi.
I cani non fanno gatti. Sono anche dipendente dalle cime innevate, dalla verticalità delle pareti, dalla solitudine e dall’appagamento che si avvertono a queste altitudini, dalle notti passate in rifugio con gli amici e dalle albe rosa di inizio giornata.
A Vallouise per tre mesi nell’ambito del mio tirocinio, mia madre è venuta a trovarmi lo scorso fine settimana. Sa molto poco del Massiccio degli Écrins. È stata quindi l’occasione per farle conoscere la zona e per farla ricadere nei suoi ricordi portandola a conoscere il Glacier Blanc. Era da molto tempo che non indossava imbracatura e ramponi. Era passato molto tempo dall’ultima volta che aveva messo la sveglia così presto per andare in montagna.
Primo giorno
È alle 4 del mattino che arriviamo al Pré di Madame Carle. Siamo soli, siamo stati soli per buona parte della giornata. In programma, nessuna cronometro, nessuna grande difficoltà, il nostro obiettivo era quello di trascorrere un momento privilegiato, madre e figlia, e di far riscoprire a mia madre i piaceri dell’alta montagna.
È una mattinata perfetta. Il sole sorge e colora delicatamente le cime circostanti con una bella tonalità arancione. Verso le 6 del mattino, le marmotte si svegliano e giocano a nascondino tra i ghiaioni. Mentre camminiamo lungo la lingua del ghiacciaio, pezzi di ghiaccio bluastri ci lasciano immaginare l’immensità e la fragilità di ciò che giace sotto i nostri piedi. Al rifugio Écrins, l’immacolata distesa bianca sembra perfettamente liscia e irreale, e la Barre des Écrins intonacata di neve si fonde perfettamente con l’azzurro del cielo.

Un momento unico
Questa giornata in montagna è per me una delle più belle per due motivi. Il primo perché entrambi abbiamo condiviso un momento prezioso e siamo stati in grado di far convivere ricordi passati e momento presente per questo ricongiungimento in montagna. Il secondo, perché ho potuto portare mia mamma lassù da sola e condividere con lei il motivo per cui mi piace stare a queste altitudini.
Infine, non hai bisogno di una vetta, di una difficoltà o di un tempo record per goderti una gita in montagna!
Non esitate a rivolgervi ai nostri professionisti, guide di alta montagna. Per prenotare una guida alpina, vi invitiamo a consultare l’elenco delle guide partner dell’Ufficio del Turismo.
Margaux Claude, Stagista GEOTREK




